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Saltarello e Ballarella

Il saltarello è un ballo tipico delle regioni dell'Italia centrale, in modo particolare del Lazio  delle Marche, di San Marino, dell'Umbria, dell'Abruzzo ed in parte del Molise (in queste due ultime regioni il ballo viene detto al femminile saltarella). Si presenta prevalentemente come danza di coppia, anche  se in alcune Regioni il saltarello è una forma di contraddanza a sei persone (tre coppie).

 Il Saltarello ciociaro  in origine, deriva dal romano “saltatio” è di movimento rapido e di andatura saltellante, con forte accento sul primo tempo nella misura in tempo 3/8, 3/4 o 6/8, tipo tarantella. La misura anche se  generalmente di 3/8 o 6/8, esistono anche musiche di saltarello in 2/4 e 4/4. La prima fonte oggi nota di una danza detta "saltarello" è una trascrizione musicale della metà del XIV secolo (conservata oggi al British Museum di Londra). Antonio Cornazzano nel suo manuale di danze di corte Il libro sull'arte del danzare (1465) parla del saltarello come uno dei quattro movimenti fondamentali delle danze rinascimentali aristocratiche . Solo tra il XVII e XVIII secolo troviamo anche negli ambienti popolari affermarsi nelle regioni centro-settentrionali una danza che reca il nome di saltarello nelle sue numerose varianti fonetiche dialettali. In realtà non si tratta di un unico modello di danza, ma il saltarello va equiparato ad   altre  famiglie di danza tradizionale italiana come la tarantella,  grande famiglia etno-coreutica che si esprime con numerose varianti locali.

Il saltarello in molte delle suddette aree va estinguendosi nella pratica rituale tradizionale ma negli ultimi decenni un intenso lavoro di documentazione etnografica sta registrando numerosi esempi del ballo. Tale interessamento ha prodotto anche l'effetto collaterale di rivitalizzazione giovanile di alcuni modelli, con conseguenti trasformazioni e corruzione delle strutture e degli stili coreutici degli anziani. Ma ancor prima del folk-revival, sin dagli anni '30 del XX secolo numerosi gruppi folkloristici hanno inventato nuove forme coreografate e spettacolari che portano il nome di "saltarello", talvolta molto distanti da balli tradizionali.

Spostandoci verso il Basso Lazio, precisamente nel cuore della ciociaria, oltre al saltarello troviamo un'altro ballo tradizionale  “ la Ballarella”.

La ballarella, è considerata una  danza di transizione territoriale, cioè di passaggio tra il saltarello e la tarantella. Infatti mentre per una fascia molto ampia come Marche, Umbria meridionale, Lazio centro nord, Abruzzo il saltarello è la danza più diffusa, per tutto il sud cioè per la Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia è la tarantella che  fa da padrona, invece   c'è una fascia molto ristretta come Molise, provincia di Frosinone e provincia di Latina,dove il ballo predominante è la ballarella chiamata a volte dagli stessi anziani Saltarello.

La ballarella è una fusione tra il saltarello e la tarantella, questa danza conserva le melodie e le armonie del saltarello riducendone notevolmente la velocità di esecuzione , avendo quindi dei passi di danza scanditi in modo molto decisi e definiti e meno saltellanti   quindi  i passi della Ballarella si avvicinano alle modalità  di ballo della tarantella delle varie aree del sud. .
 Ma proprio perché è un ballo di transizione, non ha caratteristiche uguali in tutti i luoghi.
Partendo dal nord della fascia il saltarello  si modifica e man mano che si scende verso sud,  rallenta   avvicina dosi  sempre più alla tarantella.

Le sue origini  si possano collocare con le origini delle transumanze  si tratta di una danza di contaminazione ed il ballo è molto diverso da paese a paese.
Dal punto di vista melodico, partendo dal nord della fascia, il ritmo dallo sfrenato e ossessivo saltarello, rallenta con l'aumentare della distanza territoriale fino a  raggiungere la lentezza massima nella ballarella ciociara, per poi fondersi nella grande famiglia delle tarantelle. Il ritmo di riferimento  sia del saltarello che della ballarella viene dato dal tamburello, dall’organetto, dalla zampogna, della ciaramella e dalla chitarra battente.

(Daniela Abbate)

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